La Chiesa - Isola Delle Vignole

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La Chiesa

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La chiesa di Santa Maria Assunta
e  Santa Eurosia  alle  Vignole



Il Paoletti nel Fiore di Venezia (1840) scrive:

"...il cosidetto Lido delle Vignole, in antico chiamavasi "Bignola", ed anche delle "Sette vigne" ; sovra esso rammentasi aver i due tribuni torcellani Ario ed Aratore fabbricata nel VII secolo una chiesuola ad onore di San Giovanni Battista e della martire Santa Giustina. Ora null'altro scorgesi che una piccola cappella dedicata a Santa Rosa."

Non conosciamo l'ubicazione della primitiva "chiesuola"; ma in una mappa del XVI secolo di Cristoforo Sabadino, è disegnata una chiesetta simile a quella di Sant'Erasmo e del Lazzaretto Nuovo, situata sul lato sinistro del canale interno dell'isola e potrebbe corrispondere a quella tuttora esistente dedicata a Santa Eurosia.
Quest'interpretazione è stata avallata dalla Soprintendenza ai Monumenti, nel 1965, quando, appose il vincolo, e ne parla in questi termini:

"tipica chiesetta tradizionale della fine del '500, caratterizzata da facciata principale tinpanata con ingresso centrale architravato, fiancheggiato da aperture rettangolari inferriate; vi aderisce un grazioso campaniletto cuspidato, la cui cella campanaria presenta fori finestre ad arco a tutto sesto".

Pertanto, essa è  soggetta alla legge sulla tutela dei beni di interesse storico o artistico (Legge n. 1089/1939).
La chiesa-Oratorio delle Vignole, che ora possiamo godere nella sua interezza e funzionalità, è forse l'unica del suo genere ancora conservata fra le tante che si trovavano nelle isole lagunare, ma ormai scomparse.
Nei secoli dal '600 al '900 è stata restaurata e rimaneggiata più volte, pur rimanendo nell'originaria semplicità architettonica: copertura a due falde con travature a capriate, facciata principale timpanata, pavimento a quadroni di cotto. L'altare maggiore è costituito da una struttura marmorea secentesca in pietra grigia con doppia coppia di pilastri e motivi floreali che incornicia una pala raffigurante L'Assunzione di Maria di scuola veneta della fine del '600, con al centro un tabernacolo in marmo .
 Di notevole interesse è la piccola tela del '700, raffigurante Il martirio di Santa Eurosia e, sempre del '700, due busti marmorei raffiguranti la Vergine e del Cristo posti sopra la porta d'ingresso, all'esterno e all'interno della chiesa.
Nei primi anni trenta, dopo il passaggio da proprietà privata a proprietà della Curia, è stato ampliato e prolungato in senso longitudinale il piccolo presbiterio, con il trasferimento dell'al- tare marmoreo sulla nuova parete di fondo.
Dopo vari restauri e ristrutturazioni degli ultimi decenni, si è avuto un decadimento progressivo dovuto all'ambiente umido e salso, contrastato solo dalla volontà degli abitanti di mantenere comunque in funzione la loro chiesetta. Alla fine è stata riconosciuta la necessità di un restauro completo e fondamentale, pena la perdita reale di un altro piccolo gioiello, quasi sconosciuto, ma parte integrante e testimone vivo della cultura e della storia lagunare. Nel 1984 la Sovrintendenza ai Beni Artistici e Storici di Venezia aveva già restaurata la pala dell'Assunzione e la tela del Martirio di Santa Eurosia.
Dal giugno del 1998, la Regione del Veneto e la Curia Patriarcale si sono fatti carico del restauro com- pleto. I lavori si sono dimostrati progressivamente più complessi e impegnativi e naturalmente più costosi del previsto. Tuttavia, è proprio grazie all'intervento effettuato che l'edificio ha potuto riacquistare la propria configurazione originale anche all'interno.
Tolto il cadente soffitto, è stata liberata la copertura a due falde e la travatura ha potuto essere completamente ristrutturata sulla tessitura originale, dando ampiezza e rilievo a tutto l'ambiente - liberato dalle sovrastrutture in mattoni - ed in particolare all'apertura centrale ad arco nonché all'antico pavimento in cotto.   
La facciata è stata liberata dal terreno per mettere in luce l'intera partitura architettonica, e per evidenziare il basamento e l'originaria quota del piano di calpestio: la visibilità è stata ottenuta applicando un piano trasparente in vetro ed una grata metallica.
La chiesetta faceva parte di una proprietà privata, legata all'edificio retrostante. Un tempo quasi sicuramente si trattava di un piccolo convento, poi divenuto casa rurale.
I proprietari, dopo averla messa a disposizione per decenni degli abitanti dell'isola, hanno preferito cederla alla Curia ed alla Parrocchia di Cristo Re.  Gli abitanti delle Vignole la sentono come unica ricchezza simbolica della propria terra.
Sono trascorsi i dieci anni dal restauro operato dalla  Sovrintendenza, la chiesa è tutt'ora funzionante e viene aperta alla domenica ed utilizzata soprattutto per la Messa festiva,  alle ore 9. 20.
Con il tempo, si sono evidenziati nuovamente, soprattutto nell'intonaco interno, gli effetti dell'umidità.
Risale ad un tempo più recente (nov '06 - mar '07) il restauro e la pulitura completa dei marmi dell'altare secentesco, con il ripristino del Tabernacolo,  curato dalla ditta Co.New.Tech di F. Benvenuti, sede  a Castello-Venezia.   
Pochi anni fa, nella primavera del 2009,  si è  presentato un serio problema di tenuta del supporto metallico alla maggiore delle tre campane. Dopo il primo sopralluogo, si è valutato opportuno un intervento di messa in sicurezza ed il  restauro dei supporti  di tutte le campane, effettuato con successo dalla ditta Giacometti, di Legnaro (Pd).

Testo sono liberamente tratti da:
     Soroptimist  Internazional Club di Venezia,  
     Laguna di Venezia. L'isola delle Vignole, Consorzio Venezia Nuova.


 
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